Per chi ha avuto la pazienza di leggere il mio precedente pezzo “L'insostenibile leggerezza dell'ipocrisia” quello che tenterò di fare oggi vuole essere un ricapitolare di quanto è avvenuto da allora sino ad oggi nella speranza di chiarire quanto più possibile la verosimilitudine di quanto scritto allora con quanto è in atto oggi.
Circa un anno fa ipotizzavo la possibilità di un golpe democratico voluto da oltreoceano, tale progetto era condizionato secondo il mio pensiero dal comportamento di Berlusconi e dalla mancanza allora di un'alternativa di governo.
Cercherò ora di mettere insieme una serie di accadimenti che possono in qualche modo far pensare che la realizzabilità di quel progetto si faccia ogni giorno più concreta.
A luglio dello scorso anno ci trovavamo nella situazione in cui vi era una maggioranza di governo fortissima nei numeri e solidissima nella realizzazione dei propri disegni grazie anche all'unità interna che regnava sovrana, dall'altra parte una opposizione sempre più disgregata ed alla ricerca di una identità che desse alla gente un'immagine di maggiore coesione che portasse alla definizione di un programma che sapesse guardare con concretezza al futuro proprio e del Paese.
Da allora qualcosa è cambiato e sta cambiando: i sempre maggiori “accanimenti giudiziari” nei confronti del Presidente del Consiglio; che vanta di essere l'uomo più perseguitato del mondo hanno portato sempre maggiore confusione all'interno del PdL, tanto da portare Gianfranco Fini in qualità di Presidente della Camera a continui richiami nei confronti del Governo che troppo spesso faceva uso di d.d.l., oltre a innumerevoli voti di fiducia che a suo dire sminuivano il ruolo e le prerogative del Parlamento. I continui richiami da parte di Berlusconi nell'enfatizzare la lealtà ed i rapporti con la Lega hanno nel tempo logorato quella che era nata come un alleanza indissolubile tra FI ed AN che avevano dato di “comune accordo” nascita al Partito della Libertà.
I mesi trascorrono in un clima di continua campagna elettorale che Berlusconi vive con acredine non solo nei confronti dell'opposizione ma anche all'interno del suo partito (non dimentichiamo la vicenda della lista presentata a Roma) frutto sicuramente di una spaccatura che fa da preludio a quanto avverrà in seguito.
Dopo la “vittoria” alle regionali si ipotizza per il Governo un periodo di lunga tranquillità per poter effettuare le riforme desiderate dato che non ci sono in vista più campagne elettorali, ma ecco che all'improvviso qualcosa va storto ed inaspettatamente Fini decide di dar voce ad un dissenso concreto all'interno del partito e non più solo istituzionale. La rottura prende la via definitiva durante la direzione nazionale del PdL anche se quella altro non è che la conseguenza di una spaccatura avvenuta nei giorni precedenti tra gli appartenenti al gruppo ex AN. Fini indice una riunione dei suoi a Roma mentre a Milano il Ministro La Russa con altri appartenenti al gruppo si manifesta rendendosi firmatario di un'alternativa che prende totalmente le distanze da Fini appoggiando in pieno Berlusconi. Proprio ieri lo stesso La Russa ha a sua volta creato una sorta di nuova corrente fondando la “Nostra destra”.
Fini a questo punto si trova in minoranza ma dichiara che appoggerà comunque con grande lealtà la coalizione di Governo. Da quel momento in poi diverse cose accadono, Italo Bocchino si dimette da vice capogruppo alla Camera e lo fa sostenendo che è stato minacciato di ritorsioni da parte di Berlusconi al contempo non fa altro che ripetere quasi come portavoce di Fini che se pur in minoranza all'interno del partito manifesteranno le proprie proposte ma si adegueranno al volere della maggioranza, ma cosa accadrà quando Berlusconi riproporrà leggi ad personam e loro non saranno d'accordo e non si adegueranno? Temo che la questione sia più complessa di quanto appaia anche perchè sono dell'avviso che da troppo tempo Fini abbia ormai una irreversibile intolleranza alimentare verso sua santità Berlusconi e che le bolle dovute all'allergia non possano più essere celate da un velo di fondotinta politico.
Ieri per continuare giungono le dimissioni del Ministro Scajola travolto dall'onda ormai rimasto senza respiro, passa inosservata la notizia di Ciarrapico indagato per truffa ai danni dello Stato.
Oggi abbiamo altre novità il coordinatore del PdL Denis Verdini si scopre essere indagato per corruzione e per non farsi mancare nulla il grande moralista Storace viene condannato ad 1 anno e 6 mesi per il Laziogate.
Detto ciò voi penserete che sia finita qui, ebbene se vi dicessi che questo è solo l'inizio di un lungo percorso che porterà a ben altre conseguenze? Circa un anno fa scrissi che Berlusconi secondo i piani previsti da altri sarebbe andato via con le buone o le cattive, io credo che gli avvenimenti sopra descritti altro non siano che la messa in atto di un programma volto a spodestare una volta per tutte un uomo che poco piace al mondo internazionale ma soprattutto agli amici di oltreoceano. Quello che sempre un anno fa asserivo circa l'esecuzione di un golpe democratico, prevedeva la necessità di un ricambio politico che certamente ai più non appariva possibile, bene proviamo con un atto di grande fantasia oggi ad ipotizzarlo.
Cerchiamo di immaginare una forza di “grande centro” composta da Casini-Rutelli e le ali più moderate del PD più i Finiani, cosa accadrebbe? che gli italiani secondo le loro caratteristiche si ritroverebbero un nuovo agglomerato moderato che loro tanto amano in contrasto con forze che a questo punto si troverebbero agli estremi come la Lega per esempio e parte del PdL.
Se fino ad ora Berlusconi ha potuto fare la spesa tra gli ex di AN cosa accadrebbe in quel caso?
Io prevedo un drammatico sisma all'interno del PdL con prospettive non proprio allettanti e rassicuranti nei confronti di chi difende il sire. La svolta sarà pesante ma da oggi sino ad allora mi attendo colpi di scena eclatanti che potrebbero colpire anche coloro che si sentono più al sicuro rispetto ai soliti noti. Berlusconi è ancora in tempo per uscirne a testa alta ma la presunzione e la ormai acclamata e sintomatica megalomania glielo impediscono, a lui la scelta a lui le conseguenze agli italiani forse un inatteso mondo nuovo cui confrontarsi.